MEDIO ORIENTE

LIBANO – ISRAELE – PALESTINA – GIORDANIA – SIRIA – TURCHIA 

LIBANO

Il Libano è una perla nascosta di rara bellezza.

Prima della guerra civile, che dal 1975 al 1990 ha devastato questa piccola nazione, era chiamato “la Svizzera del Medio Oriente”, oggi purtroppo è rimasto ben poco di quel significato… il paese versa in una gravissima crisi economica con un’allucinante iperinflazione e un ormai consolidato black market parallelo e pubblico e quello ufficiale.

Paradossalmente, il costo della vita è piuttosto alto, paragonabile a quello europeo.

È un paese grandi differenze nella sua eterogena popolazione, principalmente a causa della religione, qui infatti si ritrovano a convivere (non sempre pacificamente) i cristiano-maroniti e i mussulmani, le minoranze etniche e Hezbollah, organizzazione paramilitare islamista sciita di Hezbollah, particolarmente radicata nella società e negli apparati governativi.

Scostando il velo delle problematiche economiche e sociali, il Libano offre un territorio di grande bellezza, come l’antica foresta di cedri di Chouf, un’area protetta che copre il 5% della nazione, che ospita cedri secolari, uno addirittura di 3.000 anni. Per la loro resistenza e robustezza il legno di cedro era anticamente usato dai Fenici per la costruzione delle loro barche.

Spettacolare è il termine che merita la grotta di Jeita ricca di formazioni di stalattiti e stalagmiti tra le più impressionanti al mondo!

Per quanto riguarda i siti storici uno degli highlight del paese è la bellissima Baalbek, “la città del sole” ovvero la città romana più importante del Medio Oriente.

Meritano sicuramente una visita anche l’inaccessibile monastero gesuita di Deir Taanayel, e il palazzo degli emiri Beiteddine Palace.

Verso sud si trovano le placide cittadine di Tiro e Sidone, che con un bel porticciolo e il suq colorato e rumoroso offrono piacevoli passeggiate. Per il nord sono da includere in un tour anche i villaggi costieri di Byblos e Batroun.

La capitale Beirut non è stata un amore a prima vista, troppo caotica e sporca, ma in una giornata si può visitare la grande moschea blu, i quartieri Bourj Hammoud, Mar Mikhael e Gemmayzeh, e una passeggiata lungo Manara Corniche per ammirare al tramonto le formazioni rocciose che emergono dal mare chiamate Pigeon Rocks.

Grazie Libano, ci hai offerto rovine millenarie, suq, città affascinanti, magnifici panorami e una cucina deliziosa! Un grande augurio al popolo che lo abita, che smerita un futuro migliore del suo recente passato!

ISRAELE

Certi viaggi li metabolizzi con il tempo. Così è stato per quello che abbiamo fatto in Israele.

Questo Paese è particolarmente complesso, per la sua storia, i popoli che lo abitano e la situazione geopolitica.

Non si riesce a cogliere le sue mille sfaccettature in pochi giorni, ma la conoscenza di usi, costumi, tradizioni e religioni richiede tempo e curiosità.

A maggio 2023 ci siamo trovati in Israele in un momento molto difficile, di grande tensione con Gaza, con lanci di razzi durante la notte e raid aerei, sirene che suonavano impazzite, cecchini sui tetti, restrizioni agli spostamenti, lanci di pietre e arresti, mobilitazioni di riservisti e centinaia di checkpoint mobili. Abbiamo respirato quel clima di sottile costante tensione che avvolge le giornate in questo angolo di Medio Oriente.

Eravamo poi a Gerusalemme proprio durante la ricorrenza de “Il giorno di Gerusalemme”, momento di festa e celebrazioni per 1 milione di persone accorse in città, ma anche di scontri feroci e provocazioni tra ultranazionalisti israeliani e abitanti palestinesi del quartiere musulmano.

Ancora prima di partire avevo la sensazione che a Gerusalemme avremmo trovato un’energia unica. E così è stato. Al di là di una difficile e faticosa convivenza, questa città è magnetica per chi come noi vuole scavare nel profondo dell’animo multiculturale di questo Paese. Al mondo non esiste una città-simbolo simile a questa, che riunisce in uno stesso luogo religioni e popoli diversi.

Abbiamo visitato ogni quartiere, parlato con ebrei, musulmani, cristiani, ortodossi, abbiamo assistito ai vespri in lingua armena, ascoltato ammaliati il richiamo del muezzin alla preghiera e le liturgie davanti al Muro del Pianto. Ci siamo seduti con un buon caffè o un succo di melograno tra le mani e abbiamo osservato lo scorrere della vita in quest’angolo di mondo.

Siamo saliti poi verso nord fino ad Haifa, dove sul monte Carmelo abbiamo visitato estasiati la perfezione estetica dei giardini Bahá’í, patrimonio Unesco e luogo santo di pellegrinaggio di questa recente religione monoteista. Questi giardini terrazzati, quieti e armonici ospitano oltre 450 specie tra piante e fiori, e sono curati da circa 100 giardinieri volontari.

Lo spirito di questa religione vede nella bellezza e nella simmetria un modo per raggiungere Dio.

Poco distante merita una visita anche la pittoresca Akko, cittadella crociata che ospita un bel porto, il suq e una cinta muraria perfettamente conservata.

Il segreto di questa cittadina sono le sale sotterranee, che offrono testimonianza della storia ai tempi dei Cavalieri Ospitalieri e dei Templari, i due ordini monastico-militari che si occuparono rispettivamente di curare i malati e di proteggere i pellegrini in Terra Santa.

Distante anni luce dal resto del paese è Tel Aviv che ricorda molto Miami, con i suoi grattacieli, la lunga spiaggia e il lungomare orlato di palme, l’età media giovanissima e centinaia di locali fusion e contemporanei. Da non perdere il quartiere Jaffa, Carmel Market e Rotschild Boulevard.

PALESTINA

Mi trovo un po’ in difficoltà nel cercare di condensare la nostra esperienza in questo Paese attraverso poche righe.

Le tappe del nostro viaggio erano decise, Ramallah, Jericho, Jenin, Nablus, Bethlehem… ma a poche ore dal nostro arrivo a maggio 2023 la situazione con Israele è precipitata e abbiamo dovuto ridimensionare e adattare la nostra visita.

Coloro che si informano sulla geopolitica odierna conoscono bene la travagliata e sofferta storia di questo Paese, la mutilazione territoriale e sociale che ha subito, e lo stato di perenne tensione e controllo dittatoriale cui è soggetto.

Deve essere condannato il sentimento vendicativo e violento che anima parte del suo popolo, ma dopo esserci stati e aver vissuto esperienze che sono parte della quotidianità e che limitano la libertà persone in modo insopportabile e frustrante, possiamo dire che è comprensibile il desiderio di liberazione che anima i Palestinesi.

Oltre a questa situazione, di cui potete trovare ovunque testimonianza nel web, io voglio scrivere di un popolo ospitale e fiero, gentile con lo straniero educato e rispettoso, forte a resistere alle avversità, fiducioso in un futuro migliore; di una cucina semplice ma gustosa e ricca di sapori millenari e di storie tramandate di generazione in generazione; di un territorio aspro e polveroso ma ricco di celate bellezze.

Non so come sarà il futuro di questa terra, sfortunatamente non c’è interesse nella risoluzione del conflitto, ma auguro a questo Paese e al suo popolo di riappropriarsi della libertà perduta e così tanto agognata, e di ritrovare la serenità che ognuno merita per il proprio futuro.

In sha’Allah

GIORDANIA

La Giordania ci ha accolto con il fragrante profumo di falafel croccanti appena fritti, il rumore caotico del traffico di Amman e un biglietto di ingresso per vedere una delle 7 meraviglie del mondo antico.

Siamo atterrati al tramonto di una giornata di fine settembre, prima tappa la capitale Amman. Questa enorme città si sviluppava in origine su 7 colli, oggi si estende su 19. Ostinati nel voler visitare la città a piedi, le nostre ginocchia e il fiato sono stati messi a dura prova per un paio di giorni. La città non ci ha particolarmente affascinato ma ci sono alcuni luoghi che meritano una visita come la Cittadella, il Foro e l’Anfiteatro romano e la Moschea Blu.

Il nostro viaggio è proseguito verso nord, alla scoperta del castello di Ajlun, cruciale fortezza che controllava il traffico lungo il percorso carovaniero da Damasco all’Egitto, e garantiva la protezione delle miniere di ferro della zona.

Ad una mezz’ora di strada da Ajlun si trova uno degli highlight del paese: l’antica città romana di Gerasa, oggi Jerash. Nella brezza che soffia fresca tra queste colline, scoprirete un sito storico di innegabile valore artistico e culturale. Tra strade colonnate, pavimenti originali e colonne imponenti visiterete il foro, l’anfiteatro, i templi, le terme e l’ippodromo.

A bordo di un JettBus, la compagnia nazionale di autobus di linea, abbiamo iniziato la discesa verso sud… verso il più grande tesoro nazionale della Giordania e uno tra i più importanti a livello mondiale: la leggendaria Petra.

Petra è l’eredità dei Nabatei, un popolo arabo laborioso che si stabilì nel sud della Giordania più di 2.000 anni fa. Ammirata allora per la sua cultura raffinata, l’architettura massiccia e l’ingegnoso complesso di dighe e canali d’acqua, Petra è patrimonio UNESCO. Abitata dai Nabatei, dagli Edomiti e poi dai Romani, Petra era un’importante tappa per le carovane cariche di incenso, spezie e sete che attraversavano l’Asia verso l’Europa.

Noi abbiamo dedicato 3 giorni di visita al sito, esplorandolo in autonomia grazie alla facilità di movimento e alla presenza di numerose indicazioni pur in un’area così vasta.

Dopo esserci riempiti gli occhi di tanta bellezza (ma purtroppo anche del vociare e della confusione maleducata di troppi turisti) avevamo desiderio di ricaricarci andando a visitare un luogo “alieno”: il deserto del Wadi Rum.

Wadi Rum è una valle scavata nel corso dei millenni dallo scorrere di un fiume fra le lande sabbiose della Giordania meridionale. Il significato di Wadi Rum è letteralmente valle (Wadi) e alto, maestoso (Rum), ma il sito è noto anche per essere conosciuto dai locali con il nome di Valle della Luna, Wadi al-qamar.

Il Wadi Rum è la sabbia rossa cocente, la distesa ininterrotta di stelle e i nomadi beduini. Gli orizzonti sono sconfinati e la calma del deserto è un vero toccasana per le menti occidentali, sempre troppo frenetiche.

Alla ricerca degli ultimi 15 beduini nomadi rimasti nel Wadi Rum abbiamo trascorso nel deserto molti giorni, spingendoci fino al White Desert, il deserto bianco al confine con l’Arabia Saudita.

Sono state giornate splendide, semplici ma ricche di emozioni grazie soprattutto alla leggendaria ospitalità degli abitanti del deserto!

L’ultima tappa del nostro viaggio è stata Aqaba, nell’estremo sud della Giordania. Questa piacevole cittadina, che è l’unico sbocco del paese sul Mar Rosso, ospita una preziosa barriera corallina, offrendo così l’opportunità di provare numerose attività marinare come snorkeling, immersioni e crociere.

SIRIA

Quante volte abbiamo sentito parlare della Siria nell’ultimo decennio?

E in che termini è quasi sempre stata descritta?

Per anni questo paese e il suo popolo sono stati rinchiusi in una gabbia di termini negativi, dispregiativi, immeritati.

Il nostro viaggio in Siria è nato dalla profonda volontà di vedere questo angolo di mondo con i nostri occhi, e formarci la nostra opinione scevra di filtri esterni. 

Abbiamo trovato un paese sfregiato, sofferente, deturpato, violentato, derubato, abbandonato a sé stesso.

Poi, però, abbiamo visto cosa si celava oltre questo velo di dolore.

Abbiamo conosciuto un popolo fiero, nazionalista, orgoglioso, colto, sapiente, rispettoso delle sue tradizioni millenarie.

Abbiamo visitato siti patrimonio Unesco che, anche se rovinati, sono sopravvissuti alla follia distruttrice dell’essere umano e sono ancora qui oggi, a ricordarci quanto la storia sia eterna oltre l’uomo, e grandiosa, e bellissima.

Abbiamo assaggiato una cucina gustosa e ricca.

Siamo entrati in contatto con una cultura molto diversa dalla nostra, che ci ha mostrato come sia possibile la convivenza tra Occidente e Oriente.

L’unico rimpianto che ho riguardo questo paese è non averlo visitato prima.

Un grande augurio a questa nazione, che ci ha regalato moltissimo.

Il nostro viaggio si è sviluppato lungo queste tappe: Damasco, Palmyra, Hama, Homs, Aleppo, Busra, Maaloula, Krak des Chevaliers, Mashtaye, Apamea, Ebla, Al-Nabek.

TURCHIA

1 mese di viaggio in Turchia, paese con una storia millenaria, legato alle tradizioni ma anche molto moderno per certi aspetti, con un popolo ospitale e premuroso nei confronti del visitatore straniero.

La vastità del territorio ci ha consentito di spaziare tra paesini costieri dell’Egeo e del Mediterraneo, gli altopiani dell’Anatolia centrale, le montagne e le colline terrazzate a picco sul Mar Nero.

“cose turche” che ci sono piaciute:

  1. L’ospitalità! I turchi sono un popolo che conosce il significato della parola ospitalità. Ogni volta che abbiamo parcheggiato Hippo vicino a qualche abitazione siamo sempre stati accolti con sorrisi, curiosità e cibo!
  2. La cucina turca! Buonissima, gustosa, naturale! Non bisogna limitarsi al solo famoso kebap, c’è molto altro da gustare se si è curiosi di provare!
  3. I pic-nic! Date ad un turco un boschetto, un parco o anche un’aiuola (si lo abbiamo visto!!!) e lui stenderà una coperta e inizierà il suo pasto! Ci piace!
  4. La rete stradale! Abbiamo percorso migliaia di chilometri in tutte le direzioni e dobbiamo dire che non avevamo mai trovato in tutti questi anni di viaggi una rete infrastrutturale così sviluppata e moderna. Complimenti!
  5. I nidi per le cicogne! Quando andate in Turchia, lungo le città della costa bagnata dall’Egeo, guardate i lampioni della luce, sulla sommità sono stati costruiti enormi nidi per offrire sosta e riparo gli uccelli migratori.
  6. Il cay! Il rito del tè è profondamente radicato nelle abitudini dei turchi, ed è stata una piacevole scoperta a cui ci siamo abituati volentieri.

TURCHIA

A primo impatto Istanbul stupisce e stordisce… noi ci siamo fermati 5 giorni, che bastano appena per avere un assaggio di quanto questa enorme città cosmopolita possa offrire.

Avevamo deciso di mixare luoghi iconici con quartieri lontano dai circuiti turistici.

Abbiamo ammirato stupefatti la magnificenza di Ayasofya e Yeni Camii, passeggiato pigramente a Sultanahmet, lungo Istiklal Caddesi, Galata Köprüsü, e pranzato al ristorante panoramico dentro Galata Kulesi.

Siamo arrivati all’acquedotto di Valente e poi alla moschea di Şehzade, siamo entrati, regnava un silenzio che non sentivamo da giorni… incredibilmente eravamo gli unici presenti. Ci siamo tolti le scarpe, Camilla si è coperta il capo e ci siamo accomodati in un angolino, aspettando, e intanto respirando la storia ricca e profonda di quel luogo… un momento magico…

Un giorno, sotto uno sferzante vento invernale, siamo andati nei nostri quartieri preferiti: il greco Fenar, dove si trova la Cattedrale di San Giorgio, sede del Patriarcato di Costantinopoli, e l’ebraico Balat; in entrambi troverete negozietti vintage e di artigianato locale gestiti da giovani turchi, panetterie, caffè, bistrot e deliziosi edifici colorati abbelliti con fioriere colorate e girandole.

Una zona distante dagli itinerari più battuti è il quartiere di Fatih, dove la religione si sente lungo le strade e negli occhi degli abitanti. Sedetevi sulle panchine davanti all’ingresso della grande moschea, la vita che ruota attorno a questo importante luogo di culto vi sorprenderà!

Siamo andati anche in Asia side, dove in tutta onestà ci sembrava essere in una città occidentale, molto diversa da quanto avevamo visto fino ad allora, senza quell’anima autentica, radicata, coinvolgente e conturbante che avevamo percepito nel resto della città… il mercato del pesce di Karaköy però merita una visita.

Per mangiare una buona cucina turca meglio allontanarsi dalle proposte confezionate delle grandi catene, chiedete suggerimento ad un locale, fate una ricerca prima di partire, o entrate senza tentennamenti nel posto che più vi ispira! La vera fortuna, però, è consumare un pasto in casa di una famiglia seduti alla loro tavola!